Venerdì 27 agosto ha avuto luogo un incontro in videoconferenza tra i rappresentanti dell'Amministrazione e quelli delle OO.SS. attive al MAECI, convocato su richiesta delle tre sigle confederali in seguito alla comunicazione del 17 agosto che preannunciava la possibilità di verifiche sul possesso del "green pass" in fase di accesso alla mensa. 

Nella richiesta, le nostre organizzazioni avevano evidenziato i seguenti punti:

  • l’Amministrazione, prima di assumere questa decisione, avrebbe dovuto consultare i rappresentanti dei lavoratori, dal momento che la stessa ha un’inevitabile ricaduta sul piano del rispetto della privacy, oltre che su quello della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori;
  • l’obbligo del possesso del green pass per l’accesso alle mense aziendali e ai luoghi a queste assimilabili, ad oggi non trova alcuna disposizione normativa che lo stabilisca. L’unica fonte giuridica è, al momento, l’art.3 del DL nr.105 del 23 luglio 2021, nel quale, peraltro, si parla dei servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo al chiuso non riconducibili alle mense aziendali o luoghi assimilabili. Anche la precisazione giunta nei giorni scorsi attraverso una FAQ nel sito del Governo, non assurge a norma vincolante;
  • ad evitare che possano determinarsi ingiustificate e inaccettabili discriminazioni e violazioni del rispetto della privacy, è assolutamente necessario un confronto costruttivo in cui poter affrontare la questione sia sul piano del “metodo”, sia su quello del “merito”. L’intento dovrebbe essere quello di individuare soluzioni ragionevoli che mirino al mantenimento del diritto per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici all’uso della mensa, senza dimenticare che sono già stati da tempo adottati “protocolli condivisi” che hanno permesso in questo lungo periodo di pandemia di proteggere gli utilizzatori della stessa mensa dal contagio.  E qualora non fosse possibile derogare all’obbligo del green pass, riteniamo indispensabile prendere in considerazione soluzioni alternative per coloro che, per svariate ragioni, non siano in possesso della suddetta certificazione;
  • per queste stesse ragioni, le segreterie confederali di CGIL, CISL e UIL hanno formalizzato in data 18 agosto u.s. una richiesta unitaria di incontro con il Ministro del Lavoro On. Orlando e della Salute On. Speranza, evidenziando le medesime criticità da noi sopra esposte e ribadendo l’urgenza di inserire in sede di conversione in Legge del citato art. 3 del DL 105 DEL 23.07.21, una norma di rango primario per quanto concerne l’accesso alle mense aziendali, ritenendo, stante la normativa vigente, di non poterle al momento considerare “…in alcun modo equiparabili a ristoranti”.

 In apertura di incontro, l'Amministrazione ci ha comunicato che, per coniugare l'obbligo datoriale di offrire il pasto ai propri dipendenti con le recenti indicazioni governative, avrebbe permesso ai dipendenti sprovvisti di green pass di "prenotare" un cestino con il pranzo che la società Ladisa provvederà poi a consegnare ai richiedenti.

 Da parte nostra, la soluzione individuata dall'Amministrazione ci sembra un compromesso accettabile nel breve periodo, in attesa che arrivino maggiori indicazioni successivamente agli incontri che avranno luogo con le nostre confederazioni. Abbiamo comunque chiesto ed ottenuto che si instauri un dialogo costante con noi per affrontare tutte le criticità che emergeranno in questa fase relativamente alla fruizione del servizio da parte dei dipendenti - pur sempre degli aventi diritto - impossibilitati a recarsi fisicamente presso la mensa del MAECI.

 Alcune organizzazioni sindacali autonome hanno avanzato la proposta di conferire il buono pasto ai dipendenti privi di green pass. Non abbiamo motivo di dubitare della bontà delle intenzioni di chi ha avanzato la proposta, tuttavia manifestiamo congiuntamente il motivato timore che una simile soluzione potrebbe apparire beffarda per quei colleghi che, titolari di green pass, vedrebbero nella corresponsione del buono pasto paradossalmente negare a sé stessi un importante beneficio personale per il solo fatto di aver diligentemente ottemperato ai richiami vaccinali contro il COVID-19.

Riteniamo in conclusione che le soluzioni per incentivare la popolazione a vaccinarsi debbano essere ben altre che ridurre minacciosamente il welfare aziendale dei lavoratori, peraltro con strumenti di dubbia legittimità giuridica e senza coinvolgere le organizzazioni sindacali. CGIL, CISL e UIL non difendono i cosiddetti "No Vax" e lavorano, connaturatamente alla propria funzione sociale, a promuovere la Salute e la Sicurezza sui luoghi di lavoro. In ossequio a questi principi ci dichiariamo coerentemente disponibili a discutere soluzioni legittime per garantire il massimo grado di tutela sanitaria in tutti i luoghi di lavoro.

 L'Amministrazione si è anche dichiarata disponibile a esaminare di nuovo - assieme alle Organizzazioni sindacali - la percorribilità della corresponsione del buono pasto a tutto il personale, in alternativa al servizio mensa ed al di là dell'attuale situazione di emergenza sanitaria.

Non mancheremo di aggiornare tutti gli iscritti su ogni novità a riguardo.

FP CGIL Esteri – Paolo IMPERATORI                CISL FP Esteri – Aldo MIGANI                UILPA Esteri – Alfredo DI LORENZO