Si è tenuta lo scorso 21 febbraio la riunione con cui l'Amministrazione ha illustrato, alle proprie controparti sindacali, le assegnazioni sulla Lista Ordinaria "invernale" 2018. I risultati della procedura che, insieme alla lista "sorella" in programma per l'estate, dovrebbero garantire per l'appunto "l'ordinaria" alternanza Roma-Estero, si sono purtroppo rivelati ancora una volta insoddisfacenti. Solo 133 dei 296 posti-funzione pubblicizzati nel messaggio di diramazione sono stati infatti assegnati, pari ad una percentuale di poco superiore al 38%.

Nel corso della riunione i rappresentanti dell'Amministrazione hanno peraltro fornito, insieme alle consuete statistiche, un dato che deve far riflettere sul numero di colleghi avvicendabili: ben 31 di loro, su un totale di 103 AA.FF. candidabili per un secondo periodo consecutivo di servizio estero, non hanno infatti presentato domanda determinando così il proprio rientro a Roma nel corso del 2019.

Questo gruppo di colleghi sembrerebbe piuttosto variegato al suo interno, sia per età che per profilo professionale. Particolare evidenza è stata posta anche sul numero sensibilmente ridotto di domande inoltrato da dipendenti in servizio a Roma.

Nell'illustrare tali dati, i rappresentanti dell'Amministrazione hanno fatto appello, per il futuro, al senso di responsabilità del personale manifestando, al contempo, stupore e perplessità su quali ragioni possano spingere colleghi relativamente giovani a non candidarsi per una seconda sede consecutiva.

Da parte della nostra sigla, che a tale proposito ha preso la parola per prima, si è tuttavia fatto notare come questo gruppo di 31 colleghi avvicendabili abbia, dati alla mano, preso servizio nelle attuali sedi nel corso del 2014, pochi mesi prima quindi della riforma dell'ISE entrata in vigore il 1° luglio 2015. Esclusa pertanto ogni altra possibile motivazione - scarso appeal dei posti funzioni pubblicizzati, età anagrafica, problemi legati alla salute o al benessere organizzativo, criticità specifiche del profilo professionale di appartenenza - non rimane in piedi, per esclusione, che quella economica. Appare pertanto plausibile che almeno una buona parte di loro abbia optato per il rientro al MAECI al termine di una valutazione "costi-benefici" sul servizio prestato all'estero, oltre che paragonando disagi e difficoltà da un lato e remunerazione economica dall'altro. Non escludiamo peraltro che anche la concomitanza con la lista delle procedure concorsuali per l’accesso alla terza Area possa aver giocato un ruolo in proposito.

Saremmo perciò di fronte a problemi che partono da lontano, e che non sono sicuramente imputabili all'attuale dirigenza della DGRI. Quest'ultima è tuttavia chiamata ad individuare, in tempi davvero rapidi, una o più soluzioni per frenare uno stato di cose che, di anno in anno, non fa che peggiorare mostrando, ogni volta di più, nuove vulnerabilità e debolezze. La stessa UILPA Esteri deve riconoscere, davanti all'evidenza, come anche l'analisi da essa prospettata un anno fa in occasione dell'ordinaria invernale 2017 peccasse di ottimismo. Sostenevamo infatti nel nostro comunicato del 2 febbraio 2018 (consultabile qui https://esteri.uilpa.it/note-e-comunicati/32-lista-ordinaria-invernale.html) che il tasso di copertura delle sedi del 42% registrato in quell'occasione fosse legato principalmente alle caratteristiche anagrafiche del personale delle AA. FF., auspicando quindi la rapida pubblicazione dei bandi di concorso per la Terza Area e la massimizzazione delle opportunità assunzionali che essi avrebbero offerto. Il potenziale concretizzarsi dell'ulteriore questione economica, nei termini di cui sopra, rischia tuttavia di vanificare gli effetti delle politiche assunzionali avviate negli ultimi mesi e mette così sul tappeto il problema della gratificazione del personale all'estero, ordinariamente perseguita finora con la revisione al rialzo dei coefficenti ISE.

Mentiremmo però a noi stessi se considerassimo percorribile la strada di una generalizzata revisione di questi ultimi, nell'attuale contesto di finanza pubblica così come in quello che già si delinea per i prossimi anni. Per passare attraverso la cruna dell'ago è pertanto necessario rovesciare il punto di vista, legando la gratificazione individuale alla possibilità per i singoli di accedere a posizioni già esistenti ma più remunerative, nella stessa ottica cioè con cui venne varata la riforma dei profili del 2016.

Oggi l'Amministrazione ha a disposizione - fortunatamente per essa - due strumenti per farlo: il primo, a carattere ordinario e ricorrente, aumentando il numero di posti-funzione apicali pubblicizzato sulle liste ed il secondo, straordinario ed una tantum, attingendo in misura importante alle procedure per il passaggio dalla Seconda alla Terza Area ed offrire così al personale coinvolto la prospettiva permanente di una migliore remunerazione, sia a Roma che all'estero. Il movimento dalla Seconda alla Terza Area di un elevato numero di dipendenti potrebbe essere poi compensato con analoghe procedure di passaggio dalla Prima Area e dalla Seconda Area iniziale verso la Seconda Area apicale, così come attingendo dall'ormai amplissimo bacino del personale a contratto per bandire ulteriori passaggi verso i ruoli MAECI.

Invitiamo in proposito l'attuale dirigenza della DGRI ad un'attenta riflessione su un'ipotesi che coniuga una maggiore efficienza della macchina amministrativa ed il ripristino del regolare turn over tra Roma e la Rete, con le aspettative che molti colleghi legittimamente ripongono verso una maggiore gratificazione economica ed un reale e concreto sviluppo professionale delle proprie carriere.

Il Coordinatore Generale
Alfredo Di Lorenzo

Il Coordinatore Generale Aggiunto
Carolina Milano

I componenti della Segreteria
Raffaello Barbieri, Silvia Toscani, Silvia Principi