Lo scorso martedì 24 giugno, il nostro Coordinamento è stato convocato dalla Terza Commissione della Camera dei deputati nell’ambito della discussione del Disegno di Legge sui Servizi per i cittadini e le imprese all’estero. Nel prendere la parola abbiamo ricordato in apertura come si tratti di un provvedimento di grande importanza per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il quale vengono introdotte innovazioni destinate ad avere un impatto rilevante sul personale dell'Amministrazione, il tutto nella cornice di una vera e propria opera di “codificazione” di tutte le principali norme che regolano sia l’attività del Ministero sia quella della rete estera. In questo contesto, la convocazione di un'audizione specificamente dedicata alle organizzazioni sindacali al MAECI rappresenta un indubbio segnale di attenzione nei confronti dello stesso, sia da parte di questa Commissione sia dei suoi singoli componenti.
Abbiamo poi espresso alcune nostre preoccupazioni sulla istituenda Direzione Generale che seguirà centralmente le istanze di cittadinanza. Tale novità, in sé certamente condivisibile, fa tuttavia sorgere alcune preoccupazioni in particolare su due aspetti: il primo relativo agli organici, il secondo alle modalità di lavoro che il disegno di legge arriva a definire in maniera rigida.
Appaiono infatti in primis piuttosto scarni gli incrementi delle dotazioni organiche del personale della Seconda e della Terza Area funzionale legate all’istituzione della nuova struttura. Se comunque da un lato presumiamo che questo incremento, andando a intervenire sulla dotazione organica già assegnata al MAECI, non indichi necessariamente i numeri che saranno assegnati alla futura Direzione Generale, non ci siamo neppure potuti esimere in quella sede dall'auspicare che tali numeri saranno effettivamente alla fine ben superiori.
Per meglio precisare le preoccupazioni che ci animavano, abbiamo tenuto a portare all’attenzione dei deputati presenti una circostanza che, come purtroppo sappiamo (https://esteri.uilpa.it/note-e-comunicati/164-i-volti-della-repubblica.html), in anni passati è sembrata sfuggire al livello politico e che invece è fondamentale per intervenire efficacemente e correttamente sull’Amministrazione degli Esteri. Quest’ultima è infatti composta da tre tipologie di personale:
- il personale diplomatico vero e proprio con funzioni di livello dirigenziale;
- il personale della Dirigenza e delle Aree Funzionali, ossia quello che normalmente compone quasi tutte le altre Amministrazioni dello Stato;
- il personale assunto localmente a contratto dalle nostre Ambasciate, dai nostri Consolati e dagli Istituti Italiani di Cultura.
Abbiamo quindi ricordato ai deputati come a ciascuna di queste tre categorie di personale siano conseguentemente e coerentemente assegnati compiti specifici che rendono le stesse infungibili tra di loro.
Nel definire pertanto le dotazioni organiche della nuova Direzione Generale è necessario prima di tutto capire quale personale sarà ad essa assegnato, ma si tratterà con ogni evidenza di personale della Seconda e della Terza Area funzionale. Quest'ultimo è infatti il personale dotato della maggiore conoscenza della materia ed al quale andrà garantita una adeguata dotazione organica all’interno della nascente struttura, costituendo quella porzione personale di ruolo che sulla rete-diplomatico consolare si occupa in via quasi esclusiva della trattazione delle pratiche di cittadinanza.
Circa le modalità di lavoro, il Disegno di Legge specifica poi che tutte le nuove pratiche di cittadinanza andranno presentate ai Consolati in formato cartaceo per essere poi inoltrate alla nuova direzione generale costituita a Roma. Abbiamo in proposito doverosamente segnalato come un simile modus operandi inonderebbe i nascenti uffici di una montagna di carta come si era abituati in passato a vederne negli uffici pubblici prima che l'informatizzazione prendesse il sopravvento. Ciò non aiuterebbe il lavoro del personale che dovrà curare queste pratiche, né quello che dovrebbe essere assegnato allo smistamento delle stesse.
Abbiamo così ricordato a riguardo come, ad esempio, da diversi anni sempre più ordinamenti stranieri si stiano informatizzando ed implementando modalità di riconoscimento reciproco dei propri atti digitali (vedasi sul punto, tra le altre cose, la creazione sia di atti di Stato Civile digitali sia delle cosiddette eApostille da parte di numerosi Stati).
Non si vede quindi perché anche una siffatta modalità, laddove esistente, non possa essere utilizzata dai nascenti Uffici che si occuperanno di cittadinanza. Abbiamo conseguentemente suggerito che il testo definitivo della legge consenta di ricevere la documentazione legata alle pratiche di cittadinanza anche in formato digitale.
Un intervento approfondito della Commissione sui due aspetti citati sembra pertanto, a nostro, estremamente auspicabile ed opportuno. Ci siamo augurati in conclusione che il lavoro su questo Disegno di Legge consegni al MAECI strumenti nuovi e più efficaci per affrontare le sfide del XXI° secolo.
Al termine della nostra audizione ha poi preso la parola l'On. Fabio Porta (Partito Democratico) il quale ha ringraziato la nostra organizzazione per la relazione, che ha chiesto venisse acquisita dalla Commissione, ed ha concordato sulle criticità da noi rilevate sulla nuova struttura che si occuperà di cittadinanza. Ci ha quindi chiesto una valutazione sul fatto che la nuova Direzione Generale sarà affidata alla Dirigenza ordinaria anziché a quella diplomatica, nonché sull'introduzione anche per il personale con contratto a legge locale di misure di premialità legate alla performance.
Circa la scelta di non affidare i vertici della nuova Direzione alla carriera diplomatica, abbiamo ricordato come la materia della cittadinanza sia stata da sempre assegnata ad un Ufficio della DGIT retto da un Dirigente ordinario. Tale scelta è stata verosimilmente dettata fin dall'inizio dalla circostanza che la competenza primaria sulla materia della cittadinanza fosse del Ministero dell'Interno e si è quindi presumibilmente preferito affidarla ad una carriera presente in entrambi i dicasteri. La nostra organizzazione non ha ad ogni modo una posizione pregiudiziale sul punto più favorevole ad una carriera o all'altra pur convenendo che la soluzione naturale sia di rimanere sul percorso già tracciato.
Sulle misure di premialità per il personale a legge locale abbiamo invece ricordato il lungo impegno della UILPA MAECI affinché anche a questi colleghi fosse riconosciuto un salario accessorio in considerazione anche dell'esiguità delle retribuzioni riconosciute loro. Abbiamo comunque colto l'occasione per suggerire una modifica degli indicatori attualmente utilizzati anche per le Aree Funzionali.
In concomitanza con la nostra audizione, sono state ascoltate anche le altre O.S. attive al MAECI. Concordiamo sulle criticità segnalate anche da loro sulla nascente Direzione Generale ma teniamo a precisare alcuni punti:
- il personale che presterà servizio nella nuova Direzione Generale dovrà disporre di un sufficiente grado di imparzialità rispetto alle pratiche trattate. Siamo d'accordo sul riavvio di concorsi riservati al personale a contratto, tuttavia troviamo inopportuno che nella nuova Direzione Generale possano essere assegnate individualmente pratiche di cittadinanza provenienti da Sedi di precedente servizio – a qualsiasi titolo e con qualunque profilo – del responsabile della pratica;
- riguardo i posti funzione per la istituenda Quarta Area, essi non potranno che essere quelli di Commissario Amministrativo eventualmente prevedendo un doppio profilo di candidabilità Terza\Quarta Area, prendendo ad esempio quanto già avviene per la lista diplomatica.
Di seguito il link alla nostra audizione integrale: https://webtv.camera.it/evento/28507
Roma, 26 giugno 2025
La Segreteria UILPA MAECI