Loghi confederali MAECI SNDMAE


Signor Ministro,

la tragica scomparsa del Consigliere d’Ambasciata Antonio Verde, Vice Capo Missione presso l’Ambasciata d’Italia a Il Cairo, deceduto in servizio nei giorni scorsi per conseguenze da contagio da COVID-19, che segue quella dell’Assistente Amministrativo Massimo Celsi, anch’egli deceduto a Roma dopo essersi ammalato in servizio a Lagos, richiama in tutta la sua drammatica urgenza il serio problema della mancanza di un piano vaccinale ad hoc dedicato al personale di questo Ministero in servizio presso le oltre 300 sedi della nostra rete estera. Un problema grave che, al di là delle soluzioni estemporanee individuate presso alcune Rappresentanze, rimane di strettissima attualità per quelle molte sedi più a rischio sotto il profilo epidemiologico, con piani vaccinali assenti o limitatamente accessibili. Al di là della situazione contingente, la pandemia ha messo ulteriormente in evidenza la necessità di addivenire a soluzioni “strutturali” connesse alla piena tutela della salute dei dipendenti all’estero.

Nonostante un’evidente esposizione al rischio per una consistente parte dei dipendenti del MAECI - ben maggiore rispetto a tante delle categorie riconosciute quali prioritarie a livello nazionale e ad una contestuale debolezza in molti paesi delle strutture sanitarie- il personale di questa Amministrazione, numericamente molto contenuto, non rientra purtroppo tra le categorie per le quali il vaccino è somministrato in via prioritaria. Sicché chi è in servizio all’estero può vaccinarsi solo facendo rientro (peraltro a proprie spese!) in Italia - nel caso abbia diritto alla vaccinazione secondo il piano vaccinale nazionale - o chiedendo di essere ammesso, se ce ne fossero le condizioni, ai piani sanitari del Paese di accreditamento, laddove esistano. Si tratta di una soluzione inefficace, ingiusta e inutilmente vessatoria che mette purtroppo a rischio la vita di molti servitori dello Stato, che anche nei mesi più difficili della pandemia hanno garantito l’operatività della nostra rete diplomatico-consolare e contribuito a tutelare gli interessi del nostro Paese e assistere i nostri connazionali all’estero, inclusi molti di quelli coinvolti dalle ripercussioni della pandemia. Come già abbiamo denunciato in passato, è particolarmente stridente – e demoralizzante per tutto il personale MAECI – il fatto che dipendenti di altre Amministrazioni in servizio presso le nostre sedi all’estero, a parità di esposizione al rischio, siano invece stati immediatamente inclusi in programmi di vaccinazione da parte dei rispettivi dicasteri di riferimento.

Le risposte finora date dall’Amministrazione a questo problema - sollevato in più occasioni dalle sigle rappresentative del personale MAECI (SNDMAE, CGIL, CISL, UIL ) - sono state finora percepite da molti come inadeguate, se non assenti nei risultati a causa dell’orientamento di altri Dicasteri, segnatamente il Ministero della Salute. La mancanza di misure appropriate e mirate a tutela del personale più esposto è motivo di profonda preoccupazione e di insoddisfazione. In molti Uffici della rete i dipendenti MAECI hanno così constatato in presa diretta il trattamento altamente e ingiustificatamente discriminatorio rispetto a quello riservato ad altri funzionari pubblici, con conseguenze facilmente intuibili sulla loro motivazione che è elemento indispensabile per il successo di piccole e grandi organizzazioni.

Per questo motivo chiediamo ora a Lei un nuovo intervento diretto e urgente nei confronti di tutti gli altri Ministri competenti ed anche del Presidente del Consiglio dei Ministri, affinché si ponga immediatamente rimedio, attraverso tutti gli strumenti disponibili, a questa situazione di grave iniquità e si provveda quindi a vaccinare in loco il personale in servizio all’estero dove la vaccinazione non è prevista o è carente, presso l’Ambulatorio del MAECI il personale in procinto di trasferirsi da Roma all’estero o da una sede all’altra, e le rispettive famiglie - non meno esposte ai rischi di questa condizione e al senso di frustrazione per il contesto descritto sopra.

Il fatto che la campagna vaccinale progredisca nel nostro Paese, così come altrove, non rende meno necessario ed immediato un intervento correttivo tenendo oltretutto presente che in molti paesi servizi sanitari nazionali non sono in grado di assicurare quelle cure che spesso fanno la differenza tra la vita e la morte.

Quest’ultimo aspetto, infine, si ricollega alla necessità non più ulteriormente rimandabile di assicurare una tutela complessiva per il personale MAECI in servizio all’estero con un quadro assicurativo ampio e obbligatorio, che riduca i moltissimi rischi e consenta di indennizzare, quando purtroppo necessario, i danni - di tipo sanitario e non solo - ai quali si è esposti nell’esercizio del proprio lavoro.

Consapevoli degli sforzi che già ha svolto al riguardo, siamo certi ora di un Suo tempestivo interessamento.

 

Roma, 17 maggio 2021

 

SNDMAE                  FP CGIL                 CISL FP                 UILPA