Lunedì 25 maggio ha avuto luogo un’informativa alle organizzazioni sindacali da parte del Direttore Generale del Personale, Amb. Renato Varriale, in videoconferenza attraverso la piattaforma Zoom.
L’incontro è stato convocato a proposito dell’art. 263 del D.L. n. 34/2020 (cosiddetto “DL Rilancio”), con particolare riferimento al comma 4 dell’articolo stesso, in base al quale “la presenza dei lavoratori negli uffici all'estero di pubbliche amministrazioni, comunque denominati, è consentita nei limiti previsti dalle disposizioni emanate dalle autorità sanitarie locali per il contenimento della diffusione del Covid-19, fermo restando l'obbligo di mantenere il distanziamento sociale e l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuali”.
A tale proposito, il Direttore Generale ha segnalato in apertura dell’incontro che l’applicazione della norma è demandata ai singoli Capi Missione sulla base della situazione locale dei vari paesi di accreditamento. Durante la videoconferenza, le sigle presenti sono state inoltre informate sull'istituzione, a Roma, di un organismo di coordinamento presieduto dal Min. Conte della Segreteria Generale, e composto da altri funzionari che lo coadiuvano e che si occuperà della gestione della “Fase 2” presso la sede centrale. Il Direttore Generale ha inoltre espresso soddisfazione per il successo delle misure adottate al Ministero durante la “Fase 1” che hanno consentito di ridurre i casi di contagio a livelli minimi. In chiusura della videoconferenza è stato infine annunciato un importante piano assunzionale per il prossimo triennio che nelle intenzioni del Direttore Generale, Renato Varriale, dovrebbe permettere un incremento del contingente delle AA.FF. nell'ordine di parecchie centinaia di unità.
Più di una, tra le OO.SS. intervenute, ha manifestato perplessità sulla discrezionalità lasciata ai Capi Missione in ordine alla gestione dell’emergenza, chiedendo il doveroso coinvolgimento dei rappresentanti locali e delle RSU in vista di tali decisioni. A queste osservazioni il Direttore Generale ha tuttavia replicato ricordando che qualsiasi responsabilità in merito a tali determinazioni finirebbe per ricadere comunque sui soli Capi Missione, e che per questo motivo il coinvolgimento di altri soggetti apparirebbe inopportuno.
La UILPA Esteri ha da questo punto di vista evidenziato come la stipula di protocolli di secondo livello con le RSU ed i rappresentanti sindacali di sede consenta al contrario ai Capi Missione di alleggerire le proprie responsabilità, andando i primi ad integrare la normativa emergenziale che i secondi sono invece tenuti ad applicare senza margini di discrezionalità.
La nostra organizzazione ha in ogni caso espresso apprezzamento per la formulazione dell’art. 263, comma 4, del D.L. “Rilancio”, che accoglie uno degli auspici da noi formulati in occasione della precedente videoconferenza del 30 aprile (https://bit.ly/3eqMnVb) sulla “deroga della normativa nazionale in favore di quelle locali eventualmente più stringenti o più tutelanti (come nel caso in cui siano localmente previste restrizioni per categorie di individui ulteriori rispetto alle nostre, ad esempio su base anagrafica)”. Anche sotto questo punto di vista è stata tuttavia ribadita la necessità, anch'essa già segnalata nella videoconferenza di tre settimane fa, di un coordinamento locale fra OO.SS. e i Capi Missione per determinare se nello Stato di accreditamento sussista effettivamente una situazione di emergenza, indipendentemente dalle decisioni assunte dalle autorità politiche locali (emblematici in proposito i casi dell’Olanda e della Svezia, per rimanere in ambito europeo).
Nella sua replica finale, il Direttore Generale ha comunque dato mandato agli Uffici competenti di approfondire i profili giuridici legati ai protocolli nazionali tra governo e parti sociali riservandosi le determinazioni conseguenti.
Il giorno successivo, martedì 26 maggio, la Direzione Generale per le Risorse Umane e l’Innovazione ha poi inoltrato alla rete estera un messaggio avente ad oggetto “le innovazioni introdotte con il DL 34/2020 in materia di lavoro all'estero”, nel quale i Capi Missione sono stati invitati a modulare le misure in questione “in un quadro di informazione e trasparenza nei confronti delle RSU e dei rappresentanti sindacali di sede”.
Si tratta di un primo passo nella direzione auspicata, per il quale esprimiamo, com'è ovvio, il nostro apprezzamento. Ribadiamo però ad ogni modo che l’unica soluzione percorribile, per la sicurezza dei colleghi e dell’utenza e per garantire la migliore operatività possibile, rimane l’applicazione integrale dei protocolli nazionali su tutta la rete diplomatico-consolare.