Il messaggio diramato venerdì scorso, e contenente misure straordinarie in materia di “movimenti-estero” del personale delle AA.FF., rappresenta, a nostro avviso, lo sforzo apprezzabile di un’Amministrazione che prova finalmente a rimboccarsi le maniche per salvare il salvabile, anziché rimanere semplicemente in attesa.

Il quadro delineato nel messaggio conferma quanto denunciato da almeno 15 anni da queste OO. SS. che, numeri alla mano, sostenevano che se l’Amministrazione non avesse difeso gli organici delle AA.FF. dai vari tagli, si sarebbe arrivati proprio a questa gravissima situazione. Da anni abbiamo accusato l’Amministrazione di essersi sempre spesa solo per l’assunzione di personale diplomatico e a contratto. Anche la riforma dell’ISE e l’aumento dei carichi di lavoro hanno contribuito a ridurre drasticamente le domande per i trasferimenti all’estero.

Ciò che qui ci preme non è ripercorrere nel dettaglio gli specifici contenuti del citato Messaggio, quanto mettere in risalto i segni di discontinuità che in esso si rintracciano, sia in termini di relazioni sindacali, sia nel modo in cui l’Amministrazione cerca ora di affrontare problemi importanti per il personale e per la funzionalità della rete estera.

Innanzitutto, vogliamo attirare l’attenzione su come le misure proposte siano il risultato della disponibilità dell’Amministrazione di ascoltare e prendere in considerazione le riflessioni di parte sindacale, cosicché le informative non rimanessero uno sterile esercizio di comunicazione fine a sé stesso. Ad esempio, l’Amministrazione ha preso in debita considerazione la nostra osservazione circa l’opportunità di mettere in pubblicità i posti dei novennali, decennali e pensionandi, prima di proporre loro di rimanere in sede un anno in più, o fino al pensionamento, solo nel caso di non copertura dei predetti posti.

Consideriamo positivamente anche la decisione di prolungare di un anno la permanenza massima all’estero di coloro il cui posto-funzione dovesse rimanere ancora vacante dopo la Lista Ordinaria, che andrà in pubblicità a breve. Ricordiamo che, poco più di due anni fa, in occasione della predisposizione della nuova Circolare sui trasferimenti, l’Amministrazione, senza mai fornire alcuna spiegazione logica e plausibile, ha pervicacemente perseguito e attuato la riduzione a 8 anni, e per tutti, del periodo massimo di permanenza all’estero. E ciò nonostante la nostra opposizione, sostenuta già allora dalla razionale argomentazione secondo cui, in un periodo di risorse umane numericamente decrescenti, la logica avrebbe richiesto esattamente il contrario.

Analogamente, quando sul finire dello scorso anno l’Amministrazione ci ha prospettato il rientro al Ministero come unica soluzione percorribile, a seguito del nuovo inquadramento in III Area dei vincitori della progressione tra le Aree in servizio all’estero, forti sono state le nostre perplessità e la nostra preoccupazione per le ricadute negative che tale scelta avrebbe potuto avere sulla funzionalità delle sedi estere e sulla organizzazione della vita personale e familiare degli interessati. Oggi, a sei mesi di distanza, l’Amministrazione ha trovato una soluzione che va nella direzione da noi auspicata, dimostrando che quando si vuole e si è convinti della bontà delle idee, si riescono a trovare le soluzioni che servono e a sostenerle in maniera convincente presso gli Organi di controllo. 

Sarebbe stato opportuno che l’Amministrazione avesse trovato questa soluzione già al momento della pubblicazione del bando, invece di prospettare all’epoca l’obbligo del rientro. Tutto ciò non riduce la bontà della nuova soluzione ora adottata la quale non è solo nell’interesse dei vincitori del passaggio tra le Aree, ma tutela anche tutti i colleghi delle sedi all’estero, su cui non dovrà ricadere il carico di lavoro di quanti avrebbero altrimenti dovuto fare rientro a Roma.

Nello stesso spirito, auspichiamo inoltre un rinnovato impegno dell’Amministrazione verso il superamento dell’attuale normativa, che non consente lo scorrimento delle graduatorie della selezione interna per i passaggi dalla Seconda alla Terza Area. Ciò consentirebbe infatti l’utilizzo di ulteriore personale, immediatamente fruibile sia all’estero che in Italia, dotato della professionalità e dell’esperienza necessarie.

Ci aspettiamo che questo sia solo l’inizio di un percorso nel quale l’Amministrazione coinvolga le OO.SS. in modo costruttivo e responsabile sui problemi importanti, quali la definizione dei carichi di lavoro, la ripartizione degli incarichi e delle responsabilità tra la dirigenza e le aree funzionali, la formazione e le valutazioni.

Roma, 6 giugno 2019


FP CGIL Esteri                           CISL FP Esteri                                 UILPA Esteri