A conclusione della procedura prevista per i passaggi economici a valere sul Fondo Risorse Decentrate 2022, ci sembra importante fare un primo provvisorio bilancio.
Come ricorderete, l’accordo prevedeva lo stanziamento di 2.068.759,19 euro dalle risorse del FRD 2022 per finanziare gli sviluppi economici all’interno delle Aree con decorrenza dal 1°gennaio 2022. Il numero di passaggi alla fascia retributiva immediatamente superiore è stato pari a 1029 unità, ossia circa il 49% degli aventi diritto (2099 dipendenti).
Purtroppo, non è stato possibile prevedere un numero di passaggi più elevato – non tanto per carenza di risorse economiche a disposizione - quanto, piuttosto, perché, da alcuni anni a questa parte, gli organi di controllo (MEF, Funzione Pubblica e Ragioneria) ritengono “non legittimo” consentire il passaggio economico a più del 50% dei dipendenti aventi diritto a partecipare alla procedura, richiamando il principio di “selettività” previsto dal DLgs 150/2009. È per questo che non è stato possibile arrivare, come invece abbiamo fatto nel 2017, a prevedere un innalzamento della soglia dei passaggi oltre il 50% e, purtroppo, tale limite condizionerà anche i futuri passaggi economici.
Molti colleghi hanno lamentato il fatto che sia stato attribuito un peso eccessivo alla “valutazione del merito” (fino ad un massimo di 40 punti) rispetto alla valutazione dei titoli di studio e dell’esperienza professionale (massimo 30 punti). Altri ancora hanno considerato eccessivo il punteggio attribuito ai titoli di studio, in particolare alla Laurea specialistica o magistrale o ai diplomi di Laurea conseguiti con il vecchio ordinamento.
A tal proposito, va detto che più di una riflessione in tal senso sui punteggi dei titoli di studio e dell’esperienza professionale l’abbiamo fatta anche noi. Tuttavia, la ristrettezza dei tempi a disposizione e il rischio di non riuscire ad avviare questo passaggio nemmeno nel 2022, ci hanno spinto a sottoscrivere comunque l’accordo relativo a tale procedura, pur consapevoli della presenza di alcuni elementi di criticità.
Invece, per quanto concerne la ponderazione tra i tre criteri di valutazione utilizzati, possiamo dire che essa, oltre ad essere in linea con quanto prevede il nuovo CCNL, rappresenta anche il punto di equilibrio raggiunto in sede di contrattazione con la rinuncia alla prova selettiva (ormai eravamo gli unici nella PA a continuare ad adottare questo criterio) a fronte di un leggero aumento del peso specifico previsto per il criterio del “merito” (valutazione).
Ad ogni modo – posto che trovare soluzioni che siano soddisfacenti per tutti è pressoché impossibile - siamo convinti che la cosa più giusta da fare sia soprattutto quella di dare continuità e regolarità alle opportunità di sviluppo economico, venendo in tal modo incontro anche alle legittime aspettative dei colleghi che non siano risultati idonei ad un precedente passaggio. È per questo motivo che abbiamo richiesto all’Amministrazione, con una iniziativa di CGIL-CISL-UIL, di esplorare la sostenibilità economica di sottoscrivere un ulteriore accordo a valere sulle risorse del FRD 2023 per una nuova tornata di sviluppi economici da effettuare con le regole stabilite nell’ultimo e cercando, quanto più possibile, di superare le maggiori criticità evidenziate dalla procedura del 2022. All’Amministrazione abbiamo anche altresì chiesto che, contestualmente all’apertura di un tavolo per concordare i nuovi passaggi economici, si possa aprire anche un costruttivo confronto sui passaggi tra le Aree.
A tale proposito, abbiamo sollecitato l’Amministrazione a fornirci i dati precisi del numero dei posti che si renderanno vacanti per effetto dei pensionamenti e dell’ampliamento dell’organico e delle risorse economiche utilizzabili per i passaggi di Area, sia dalla I alla II che dalla II alla III, avvalendoci anche delle deroghe previste dalle “norme transitorie” del citato CCNL 2019-2021 (art.18): in particolare con riferimento al possesso del titolo di studio richiesto per partecipare, e alla possibilità di utilizzare procedure “comparative” anziché le ordinarie procedure “selettive”.
Tali progressioni servirebbero a nostro parere, non solo a sanare, almeno in parte, il fenomeno del “mansionismo” (assai diffuso in una Amministrazione come la nostra, soprattutto all’estero, dove sono molti i colleghi che svolgono mansioni superiori), ma anche per offrire, dopo anni di stagnazione e totale appiattimento per il personale delle Aree Funzionali, un’opportunità di “carriera”, oltre che per le I e le II Aree, anche per le III Aree, per alcune delle quali si aprirà la prospettiva di un possibile passaggio alla IV Area (da istituire ex novo ai sensi del nuovo CCNL).
Vi terremo aggiornati sui successivi sviluppi della trattativa.
Roma, 15/02/2023