TAVOLO PERMANENTE MISURE PREVENZIONE COVID 19

Nella giornata di lunedì 16 novembre 2020 si è tenuta finalmente la prima riunione, in videoconferenza, del “Tavolo Permanente per le misure di prevenzione dal COVID-19”, organismo la cui costituzione avevamo richiesto già da tempo, in occasione della sottoscrizione della "Dichiarazione d'Intenti" e del relativo "Addendum", a cui siamo addivenuti superando l'iniziale riluttanza mostrata dell'Amministrazione nel condividere con le OO.SS. questi protocolli.

Il Direttore Generale della DGRI, Amb. Renato Varriale – aprendo i lavori – ha comunicato che, alla data dell’11 novembre, sulla base delle segnalazioni del Medico Competente, risultano esserci al Ministero 20 casi positivi attivi, tutti in quarantena (potranno tornare al lavoro soltanto al termine dei controlli previsti dalle direttive vigenti). Anche i “contatti stretti” con i contagiati (ossia, coloro che sono stati in contatto con un soggetto positivo per più di 15 minuti e senza mascherina) sono in isolamento. Inoltre, in DGRI – in via precauzionale - coloro che sono entrati in contatto con soggetti positivi, benché non fossero “contatti stretti”, sono stati messi in Smart Working continuativo e, in più, è stata adottata la misura di non tenere simultaneamente più di una persona in ogni stanza.

Il D.G. Varriale ha anche informato i presenti che – dopo 8 anni - la Dott. Castellani – da tutti ringraziata ed elogiata per il lavoro svolto - è stata sostituita nell’incarico di Medico Competente del MAECI dalla Dott. Grazia Campagna anch’essa presente alla videoconferenza.

E’ stata anche anticipata l’intenzione di fornire, a partire dalla prossima riunione, statistiche aggiornate dei casi positivi suddivisi in base ai piani in cui i contagiati prestano servizio: ciò per garantire maggiormente l’anonimato dei dati (alcuni CdR, infatti, sono piuttosto piccoli e ciò potrebbe consentire di risalire ai nominativi degli interessati) ed anche per dare più rilevanza alla localizzazione delle aree in cui sono avvenuti i contagi la cui propagazione, in effetti, è trasversale e non segue le logiche di suddivisione in Direzioni della nostra struttura!.

Sono stati poi forniti dal Direttore Generale le percentuali del personale che sta lavorando in presenza al Ministero (CERI 34%, DGAP 39,11%, DGCS 30,52%, DGIT 45,84%, DGMO 43,85%, DGRI 27,65%, DGSP 39,51%, DGUE 27,86%, GAB 45,11%, ISPE 56,17%, SEG GEN 39,41%, STAM 34,96%) evidenziando che, la maggior parte dei C.d.R. hanno raggiunto l'obiettivo del 60% di personale in Smart Working.

Per quanto riguarda la proposta di parte sindacale avanzata la scorsa settimana di incentivare l’utilizzo dell’applicazione “Immuni”, il Direttore Generale ha precisato che si tratta di una decisione che non può prendere da solo ma che vorrebbe condividere a livello generale, probabilmente con un passaggio in Consiglio di Amministrazione.

Ha quindi preso la parola il Direttore Generale della DGAI, Dott. Nicandro Cascardi, che, per prima cosa, ha affrontato il problema delle dotazioni informatiche per il personale in Smart Working, evidenziando che -  dopo un momento iniziale in cui siamo stati colti tutti di sorpresa dall'esplosione improvvisa dell’emergenza sanitaria, soprattutto dal punto di vista organizzativo - la DGAI si è attivata per cercare di risolvere i problemi determinati dall’estensione dello Smart Working a tutto il personale. In particolare, sono stati acquistati 200 laptop con  i quali i colleghi possono lavorare da casa collegandosi attraverso una VPN (il Direttore Cascardi ha a riguardo precisato che diversi laptop sono utilizzati anche in condivisione da più unità e, quindi, di fatto, al momento sono più di 200 coloro che possono usufruire di tali strumenti informatici). L’obiettivo è quello di proseguire su questa strada, acquistando – grazie anche ai fondi del Recovery Fund -  altri laptop in numero tale da consentire alla maggior parte dei dipendenti in servizio a Roma di lavorare stabilmente da casa. Nel contempo, si sta anche valutando la possibilità di consentire l'accesso alle più importanti piattaforme del MAECI attraverso i dispositivi personali utilizzando un sistema “a doppia autenticazione”.

Anche all’estero, in via sperimentale, in sedi grandi e caratterizzate da comunità di connazionali molto numerose, sono state acquistate e appositamente configurate, delle dotazioni informatiche per il lavoro a distanza.  

Riguardo i tamponi il D.G. Cascardi ha precisato che uno screening di massa è possibile esclusivamente attraverso i tamponi rapidi, i quali hanno tuttavia il difetto di non fornire risultati certi (in caso di risultato positivo al tampone rapido è infatti necessario effettuare immediatamente dopo quello molecolare). Viceversa, i tamponi molecolari effettuabili grazie alla convenzione con l’Ospedale Militare del Celio – frutto, quest’ultima, degli ottimi rapporti che ci sono da anni tra Esteri e Difesa - hanno invece una finalità esclusivamente diagnostica e devono essere attivati dal Medico competente secondo una procedura concordata con il Celio (ad es. per sottoporre a tampone i “contatti stretti” di un caso Covid accertato all’interno del Ministero). Peraltro, per ovviare a queste limitazioni della citata Convenzione, ci si è attivati con la Asl Roma 1, la quale - dopo una iniziale titubanza – ha deciso di cedere alle insistenze della nostra Amministrazione, assicurando che, a breve, potrà effettuare 50 tamponi molecolari a settimana presso l’Ambulatorio MAECI, sia ai dipendenti, sia ai loro familiari dietro richiesta dei medici di famiglia o anche dei medici dello stesso Ambulatorio.

Si è poi parlato dei Bar e della Mensa che, nella riunione della scorsa settimana erano stati indicati come luoghi in cui è più alto il rischio di propagazione del contagio sia in maniera diretta, sia indiretta (come potrebbe accadere al bar con tazzine e posate che passano di mano dai clienti al personale addetto al servizio al banco). Il D.G. Cascardi si è detto contrario alla chiusura di questi servizi ed ha sottolineato che, un più puntuale rispetto delle norme di comportamento, unite alle misure logistiche già assunte (ad es. la capacità della mensa è stata ridotta da 150 a 75 persone, sono state previste turnazioni nelle ore di punta, il sistema di areazione è senza ricircolo), assicurerebbero un uso degli stessi servizi in piena sicurezza. Tuttavia si è anche dimostrato disponibile a valutare la possibilità di far funzionare sia i Bar che la Mensa solo con il servizio di asporto, evocato da parte sindacale come modalità che potrebbe ridurre i rischi di contagio, sebbene il Direttore Generale non abbia nascosto che il ricorso all’asporto potrebbe comunque nascondere delle insidie qualora le persone dovessero – a dispetto delle regole di comportamento – riunirsi in uno stesso luogo, in una stessa stanza d’ufficio, a consumare assieme ciò che hanno ritirato al Bar o alla Mensa.

Infine, da parte sindacale:

  • è stato chiesto che, in merito alla effettuazione dei tamponi, vengano date informazioni chiare ed esaustive a tutti i dipendenti sulle modalità di fruizione della Convenzione con il Celio e su contenuti e modalità del servizio che sarà offerto dalla ASL RM 1 presso l’Ambulatorio del Ministero;
  • è stato chiesto di confermare se sia attendibile la voce secondo cui alcuni colleghi, una volta effettuato il tampone, siano tornati in ufficio già prima dell’esito dello stesso;
  • è stato chiesto di verificare se corrisponda a verità la segnalazione del fatto che, all’ingresso del Ministero, nei giorni di sabato e domenica non ci siano addetti a misurare la temperatura a coloro che accedono alla Farnesina;
  • è stato evidenziato come anche presso le sedi all’estere, nonostante siano passati vari mesi dall’inizio della pandemia e diverse siano le istruzioni comportamentali diramate dall’Amministrazione, numerose sono le situazioni fuori controllo che meritano di essere monitorate e ricondotte entro limiti coerenti con la situazione difficile che stiamo vivendo. A tal riguardo, si è convenuto di affrontare questo tema in una riunione specifica nel corso della prossima settimana;
  • infine, relativamente all’appello ad utilizzare l’applicazione Immuni, è stato ricordato come il senso della proposta sia di poter contare comunque su un sistema di tracciamento efficace, non potendo fare esclusivo affidamento sulla ricostruzione dei contatti effettuata dal Medico Competente. Può risultare infatti difficile ricordare, ad esempio, chi fosse seduto accanto a sé a mensa (e che frequentemente potrebbe essere anche una persona non conosciuta). Da questo punto di vista l’uso di un’applicazione come Immuni potrebbe rivelarsi quindi più utile.

Vi terremo aggiornati sulle prossime riunioni del “Tavolo” e anche sul prossimo incontro in cui si discuterà della situazione nelle sedi estere che, come riconosciuto dalla stessa Amministrazione, meritano un capitolo a parte.

 

FP CGIL                                            CISL FP                                            UILPA